“ZIRP, NIRP e Q.E.”: l'immagine nella quotidianeità |
L'idea era sbagliata già a monte, a mio modesto parere, perché poggiava su un'ipotesi sbagliata: era più un ‘Dai, proviamoci...’ L'attesa era che, prima lo ‘ZIRP’ e poi il ‘NIRP’, unitamente al Q.E. -ossia le politiche di ‘alleggerimento quantitativo’, finalizzate ad aumentare la liquidità delle banche- potessero riportare il tasso d’inflazione al 2% e così, rilanciare l’economia globale.
Poi, eventualmente, il capitalismo e le ‘forze del mercato’(???) avrebbero prevalso, generando una “normale” e duratura crescita economica, con conseguente aumento dell’occupazione. Eventualmente, sia chiaro.
Poi, eventualmente, il capitalismo e le ‘forze del mercato’(???) avrebbero prevalso, generando una “normale” e duratura crescita economica, con conseguente aumento dell’occupazione. Eventualmente, sia chiaro.
Cicli e meccanismi di funzionamento politiche monetarie nel 3° millennio |
In effetti, però, in America sembra un po' aver funzionato: ma l'economia (e la deregolamentazione a ‘stelle e striscie’) USA non è la stessa di Europa e Giappone. la stessa ‘FED’, non è come le ‘BOJ’ o ‘ECB/BCE’: i poteri ed il mandato della prima, non hanno limiti. Quindi, dal punto di vista della competizione tra politiche monetarie e banchieri centrali, le ‘carte’ sono decisamente truccate. Il rischio, oggi, è che tutte le principali economie avanzate (occidente?) sono in area deflattiva: i prezzi di materie prime ed energia crollano; quelli dei beni al consumo proseguono nel ‘ripiego’. Quindi, se da un lato diminuisce il prezzo di molti beni e servizi (anche prestazioni professionali), dall'altro aumenta il costo reale del debito, con un impatto sul potere di acquisto: ergo, sui consumi. Perché la gente non spende in quanto ritiene che sia più conveniente aspettare. E così, da ‘sintomo’ di un'economia debole, la deflazione potrebbe diventare una delle cause a renderla ancor più debole. Per cui: ‘ZIRP’, ‘NIRP’ e ‘QE’, fondamentalmente, hanno fallito nei loro obiettivi. Perché è andata così? Probabilmente perché non si è tenuto conto di un dettaglio importante: in un’economia capitalistica -e consumistica, basata su ‘guerra’ e petrolio- il ritmo dell’espansione (o contrazione) economica, è dettato dal rapporto tra: profitti e costo del capitale, in relazione al debito. E parlando di utili, va detto che si sono registrati dei ribassi: più contenuti negli USA, molto più marcati in Europa e Giappone. Per dire: negli USA, il 43% delle prime 500 aziende, ha registrato un calo di vendite ed utili rispettivamente del 2,5 e del 3,7% rispetto al 2014; in Europa, il 17% delle prime 600 aziende, ha riportato un calo vendite/utili del 6,5 ed 11,7%; in Giappone, il 45% delle prime 225 aziende, un calo vendite ed utili del 2,5 e del 9,3%.
Mi fermo qui con l'esplosione dei dati aziendali, è meglio.
Mi fermo qui con l'esplosione dei dati aziendali, è meglio.
Elemento ‘media’ condiviso da: blog/Fanpage Rubens Ligabue |
Ora, il rischio che questa obliqua spirale generi soluzioni che ci portino ad un'altra (ma ben più massiccia e virale) “distruzione creativa”, è francamente concreta. Sia la sua misura che il suo manifestarsi mi è, altrettanto francamente, difficile da definire.
Il mio auspicio, però, è che non accada più. Anche perché, ne conseguirebbe... “La totale catastrofe del sistema monetario”. Tanto per citare Von Mises. (A work by PSC & DBW - riproduzione riservata ©)
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